Promozione della salute, prevenzione,
nuove possibilità di terapia e cura.
I progetti di ricerca di UPO Biobank
PROGETTI
NOVARA COHORT STUDY
Il progetto si propone di indagare i processi d’invecchiamento nella popolazione del territorio novarese, per identificare gli stili di vita che portano a un invecchiamento sano e i fattori di rischio associati alle malattie tipiche dell’anziano.
Ciascun cittadino, mettendo a disposizione campioni del proprio sangue, liquidi, tessuti e i dati clinici associati, potrà contribuire ed essere parte integrante del progetto e diventare protagonista del processo scientifico e della ricerca biomedica sull’aging. Contestualmente alla raccolta del materiale biologico, ciascun partecipante compilerà un questionario sullo stato di salute e lo stile di vita.
I campioni biologici ed i dati raccolti saranno depositati nella biobanca dell’UPO e saranno messi a disposizione dei ricercatori, che li studieranno per comprendere i meccanismi molecolari dell’invecchiamento e delle malattie associate, come le malattie neurodegenerative, cardiovascolari, metaboliche e neoplastiche.
STUDI DI MALATTIA IN CORSO
BioMAGE
STUDIO PILOTA PER L’IDENTIFICAZIONE DI MARCATORI MOLECOLARI INDICATORI DI UN INVECCHIAMENTO IN SALUTE O DI UN INVECCHIAMENTO ACCELERATO
Individui della stessa età cronologica non invecchiano allo stesso ritmo. Per determinare il tasso di invecchiamento individuale, il rischio di malattia e morte e l’impatto di una serie di interventi emergenti sulla longevità, è essenziale tracciare il tasso di invecchiamento sviluppando una serie completa di biomarcatori dell’invecchiamento.
Mentre la maggior parte dei biomarcatori (ad esempio le proteine circolanti) non contiene informazioni sul contesto cellulare e tissutale di origine, tali informazioni sono contenute nelle vescicole extracellulari, sotto forma di marcatori di superficie specifici della cellula di origine e del contenuto di vescicole extracellulari racchiuso nella membrana corrispondente. La determinazione dell’origine cellulare e del contenuto di vescicole extracellulari può fornire informazioni sulla natura, la gravità e la prognosi di un particolare disturbo, nonché informazioni sui meccanismi fisiologici o fisiopatologici alla base del processo. Queste caratteristiche, quindi, rendono le vescicole extracellulari eccellenti biomarcatori sia dell’invecchiamento, sia delle malattie correlate all’invecchiamento.
AdAGE
RUOLO DEL TESSUTO ADIPOSO NELLE MALATTIE ASSOCIATE ALL’ETÀ
Nell’obesità, quando la capacità di immagazzinamento del tessuto adiposo bianco sottocutaneo (White Adipose Tissue, WAT) viene superata, un ulteriore sovraccarico calorico porta all’accumulo di grasso nei depositi di WAT viscerale e nei tessuti ectopici (fegato, muscolo scheletrico e cuore) normalmente coinvolti nell’omeostasi energetica, un evento comunemente definito come “lipotossicità”.
La progressiva disfunzione dell’AT è sempre più riconosciuta come un importante segno distintivo del processo di invecchiamento, che a sua volta contribuisce ad alterazioni metaboliche, danni multi-organo e uno stato pro-infiammatorio sistemico (inflammaging). Di conseguenza, la comprensione dell‘interazione tra l’invecchiamento accelerato legato all’obesità e la disfunzione dell’AT è fondamentale per comprendere il processo di invecchiamento in generale e la fisiopatologia dell’obesità e di altre condizioni correlate che sono tipicamente associate all’invecchiamento.
Questo progetto si basa sul presupposto che una comprensione più approfondita della fisiopatologia degli adipociti aiuterà a identificare percorsi molecolari potenzialmente bersaglio per il trattamento non solo delle malattie associate all’obesità, ma anche di condizioni patologiche frequentemente riscontrate negli anziani. L’obiettivo generale del progetto è quello di comprendere il ruolo dell’AT nei disturbi metabolici e le conseguenze dell’invecchiamento sulle proprietà funzionali degli adipociti e dei loro precursori.
TED
LA PREVENZIONE DELLE CADUTE NEGLI ANZIANI A DOMICILIO ATTRAVERSO IL SISTEMA DI MONITORAGGIO TED
Le cadute rappresentano una complicanza frequente nei pazienti affetti da malattia di Parkinson. Inoltre, più del 30% delle persone di età pari o superiore a 65 anni sperimenta in media una caduta all’anno.
Con questo studio si vuole esplorare la capacità del braccialetto TED nell’identificare i pazienti affetti da Morbo di Parkinson a rischio di caduta. Si tratta del primo studio sulla popolazione con malattia di Parkinson.
Il braccialetto TED rappresenta un dispositivo tecnologico avanzato in grado di rilevare 200 campioni al secondo riguardante l’accelerazione di gravità sui 3 assi (x, y e z). I dati rilevati vengono inviati al sistema cloud di raccolta, ed elaborati da sistemi di machine learning in grado di estrapolare elementi di conoscenza e apprendimento del device dai dati.
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STUDI CONCLUSI
ema-NTA
PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA IMMUNOLOGICA PER VALUTARE L’EFFICACIA E LA DURATA DELL’IMMUNITÀ POST-INFEZIONE DA SARS-COV-2 IN UNA COORTE DI PAZIENTI EMATOLOGICI
Nonostante la scarsa letteratura, è stato osservato che i pazienti ematologici sviluppano infezioni spesso persistenti causate dal SARS-CoV-2, con l’induzione di una risposta umorale variabile, spesso ritardata o ridotta rispetto alla popolazione generale. Questa evidenza potrebbe spiegare il motivo per cui alcuni gruppi di popolazione, come i pazienti ematologici, presentano un aumento della morbilità e della mortalità in seguito all’infezione da SARS-CoV-2.
Questo progetto di ricerca si propone di analizzare la risposta immunitaria umorale nei pazienti ematologici infettati dal SARS-CoV-2 che hanno avuto e superato la malattia Covid-19. I sieri dei pazienti sono stati analizzati con test ELISA indiretti commerciali al fine di rilevare la presenza di anticorpi, sottoclasse IgG, che riconoscono la glicoproteina di superficie del SARS-CoV-2. Successivamente, i sieri positivi sono stati analizzati con un test innovativo sviluppato dal Laboratorio di Virologia Molecolare (UPO): il test di neutralizzazione del SARS-CoV-2 (NTA).
L’obiettivo di questo studio è stato quello di identificare potenziali differenze in termini di capacità neutralizzante sia tra le diverse patologie ematologiche sia tra le terapie effettuate, al fine di comprendere la risposta immunitaria in questa popolazione.
No-More-COVID-19
DIAGNOSI PRECOCE DELLE COMORBIDITÀ E CONFERMA DELLA REALE IMMUNIZZAZIONE IN PAZIENTI CON COVID-19
Con questo studio ci siamo proposti di valutare se le sequele respiratorie, radiologiche, motorie e psicologiche possano persistere dopo 1 anno dalla dimissione ospedaliera per infezione da Sars-Cov-2.
I dati sono stati raccolti da una coorte prospettica di sopravvissuti alla polmonite da Covid-19; tutti i pazienti sono stati sottoposti a: valutazione clinica, tomografia computerizzata del torace, test di funzionalità polmonare, valutazione della funzionalità motoria, valutazione psichiatrica, prelievo di sangue.
Endpoint dello studio:
- Valutazione della mortalità e della morbilità a un anno dalla polmonite da Covid-19
- Valutazione della percentuale di pazienti con compromissione persistente della funzione polmonare; identificazione dei predittori di compromissione a lungo termine
- Valutazione della percentuale di pazienti con compromissione persistente della funzione motoria; identificazione dei predittori di compromissione a lungo termine
- Valutazione della percentuale di pazienti con compromissione psicologica persistente; identificazione dei predittori di compromissione a lungo termine
DM-Prevent
NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO BASATO SUL MICROBIOTA INTESTINALE PER LA PREVENZIONE DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2
La prevalenza del Diabete di tipo 2 è in costante aumento. Con questo studio ci siamo proposti di valutare l’effetto dei probiotici contenenti Intestinimonas butyriciproducens negli adulti con prediabete. Lo scopo è determinare l’efficacia di una dose del prodotto probiotico (Intestinimonas) sulla sensibilità all’insulina in un gruppo target di individui prediabetici. In particolare, si è valutato se le dosi di probiotico selezionate sono in grado di migliorare la sensibilità all’insulina, la risposta al test di tolleranza orale al glucosio (OGTT) e se sono in grado di modulare la composizione del microbiota dei soggetti in analisi.
UPO-COVID-19
L’eccezionalità della pandemia COVID-19 ha visto drammaticamente in prima linea l’Italia e in particolare il Piemonte.
È prioritario strutturare una coordinata ed estesa azione di biobancaggio, affinché nei prossimi mesi sia globale la possibilità di ricerca per dare una concreta risposta di salute a tutti i cittadini, con un modello di raccolta, preparazione, conservazione e distribuzione dei campioni/dati che si riferisca ad un modello condiviso e che possa divenire un modello di riferimento.
Proprio per cogliere ancora in tempo queste fasi dell’epidemia, nelle more del completamento finale delle pratiche di costituzione della Biobanca, che prevedono la stipula di una convenzione tra UPOBiobank e AOU Maggiore della Carità di Novara ed altre Aziende Sanitarie piemontesi, si richiede al malato (sospetto o certo) COVID-19 la donazione di un campione di sangue, da biobancare presso la Biobanca dell’Università del Piemonte Orientale. Gli obiettivi sono lo studio della risposta immunitaria al virus Sars-Cov-2, che ha causato l’epidemia COVID-19; lo sviluppo di conoscenza scientifica utile a produrre nuovi sistemi di diagnosi precisi e veloci, vaccini e farmaci antivirali efficaci, affinché nei prossimi mesi sia tempestiva la risposta di salute per tutti; infine lo svolgimento di ricerche future legate al COVID-19 e malattie correlate, anche nell’ambito epidemiologico e della medicina preventiva.
UnIRSAV Cohort Study
STUDIARE LA RISPOSTA IMMUNITARIA ALL’INFEZIONE DA SARS-CoV-2. LO STUDIO DI COORTE UnIRSa
L’emergenza pandemica causata da SARS-CoV-2 ha reso necessaria l’acquisizione di conoscenze finalizzate all’attuazione di misure per contrastare la diffusione dell’infezione, nonché al trattamento e alla prevenzione della malattia. Si è reso necessario lo sviluppo di dati e strumenti per comprendere e monitorare la sua diffusione e le risposte immunitarie ad essa.
Più specificamente, gli obiettivi del progetto sono stati:
- Valutare la risposta immunitaria al SARS-CoV-2 in pazienti guariti dalla COVID-19 con diversi decorsi della malattia e a diversi tempi dalla guarigione.
- Valutare la risposta immunitaria a specifici epitopi della SARS-CoV-2 e determinare l’efficacia di specifici anticorpi anti-SARS-CoV-2 come agenti neutralizzanti.
ddPCR OnCOVID
STUDIO COMPARATIVO DI TECNICHE DI RILEVAZIONE MOLECOLARE DI SARS-COV2 SU DIVERSI CAMPIONI BIOLOGICI IN UNA COORTE DI PAZIENTI SOTTOPOSTI A TERAPIA ANTITUMORALE
È stato dimostrato che l’infezione da virus respiratori è particolarmente preoccupante nei pazienti oncologici a causa del prolungato shedding virale e del maggior rischio di complicazioni. La determinazione della carica virale e della cinetica anticorpale in questi soggetti è necessaria per proteggere questa popolazione altamente fragile. Pertanto, la necessità di sviluppare nuove tecnologie si pone come un’importante esigenza clinica.
In questo progetto, al fine di consentire una rapida presa in carico e una corretta gestione dei pazienti onco-ematologici infetti da SARS-CoV-2, sono state usate tecniche molecolari innovative sviluppate dal Laboratorio di Virologia Molecolare dell’Università del Piemonte Orientale come segue:
- Droplet digital PCR (ddPCR) per rilevare la carica virale della SARS-CoV-2. Questa tecnologia consente una quantificazione assoluta, precisa e ultrasensibile degli acidi nucleici
- Test di neutralizzazione (NTA) per individuare gli anticorpi neutralizzanti, un piccolo sottoinsieme degli anticorpi che legano un virus e che sono in grado di bloccare l’infezione
AOU-ddPCR
USO DELLA DDPCR (DROPLET DIGITAL PCR) SU SALIVA PER LA SORVEGLIANZA VIROLOGICA DELL’INFEZIONE DA SARCS-COV-2 NEL PERSONALE SANITARIO AOU “MAGGIORE DELLA CARITÀ”
L’obiettivo di questo studio è determinare con la tecnica ddPCR l’andamento della carica virale rilevata nella saliva fino alla negativizzazione dell’infezione da SARS-CoV-2, in operatori sanitari risultati positivi al tampone nasofaringeo.
I risultati ottenuti dal confronto dei tempi di negativizzazione del tampone nasofaringeo eseguito in RT-qPCR e della saliva in ddPCR potranno essere utili all’elaborazione di una futura strategia di sorveglianza sanitaria, che permetta di migliorare il management del personale sanitario infettato con SARS-CoV-2 e potenzialmente ridurne i tempi di isolamento.
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