Promozione della salute, prevenzione,
nuove possibilità di terapia e cura.
I progetti di ricerca di UPO Biobank

PROGETTI

NOVARA COHORT STUDY

Il progetto si propone di indagare i processi d’invecchiamento nella popolazione del territorio novarese, per identificare gli stili di vita che portano a un invecchiamento sano e i fattori di rischio associati alle malattie tipiche dell’anziano.

Ciascun cittadino, mettendo a disposizione campioni del proprio sangue, liquidi, tessuti e i dati clinici associati, potrà contribuire ed essere parte integrante del progetto e diventare protagonista del processo scientifico e della ricerca biomedica sull’aging. Contestualmente alla raccolta del materiale biologico, ciascun partecipante compilerà un questionario sullo stato di salute e lo stile di vita.

I campioni biologici ed i dati raccolti saranno depositati nella biobanca dell’UPO e saranno messi a disposizione dei ricercatori, che li studieranno per comprendere i meccanismi molecolari dell’invecchiamento e delle malattie associate, come le malattie neurodegenerative, cardiovascolari, metaboliche e neoplastiche.

STUDI DI MALATTIA IN CORSO

AdAGE

RUOLO DEL TESSUTO ADIPOSO NELLE MALATTIE ASSOCIATE ALL’ETÀ

Nell’obesità, quando la capacità di immagazzinamento del tessuto adiposo bianco sottocutaneo (White Adipose Tissue, WAT) viene superata, un ulteriore sovraccarico calorico porta all’accumulo di grasso nei depositi di WAT viscerale e nei tessuti ectopici (fegato, muscolo scheletrico e cuore) normalmente coinvolti nell’omeostasi energetica, un evento comunemente definito come “lipotossicità”.

La progressiva disfunzione dell’AT è sempre più riconosciuta come un importante segno distintivo del processo di invecchiamento, che a sua volta contribuisce ad alterazioni metaboliche, danni multi-organo e uno stato pro-infiammatorio sistemico (inflammaging). Di conseguenza, la comprensione dell‘interazione tra l’invecchiamento accelerato legato all’obesità e la disfunzione dell’AT è fondamentale per comprendere il processo di invecchiamento in generale e la fisiopatologia dell’obesità e di altre condizioni correlate che sono tipicamente associate all’invecchiamento.

Questo progetto si basa sul presupposto che una comprensione più approfondita della fisiopatologia degli adipociti aiuterà a identificare percorsi molecolari potenzialmente bersaglio per il trattamento non solo delle malattie associate all’obesità, ma anche di condizioni patologiche frequentemente riscontrate negli anziani. L’obiettivo generale del progetto è quello di comprendere il ruolo dell’AT nei disturbi metabolici e le conseguenze dell’invecchiamento sulle proprietà funzionali degli adipociti e dei loro precursori.

BIOBANK T1D

BIOBANCAGGIO DI MATERIALE BIOLOGICO ALL’ESORDIO DI DIABETE TIPO 1 (T1D) E NEI FAMILIARI A RISCHIO DI MALATTIA

PI: Prof.ssa Ivana Rabbone

Il momento dell’esordio di malattia costituisce un importante momento di studio dal punto di vista immunopatogenetico ai fini terapeutici o di prevenzione terziaria come dimostrato recentemente da studi nel campo dell’ immunoterapia su teplizumab.

Studio dei soggetti a rischio di T1D (fratelli affetti e/o parenti di primo grado) costituisce una grande risorsa nello studio di nuovi fattori immunologici, genetici potenzialmente coinvolti

Pertanto il nostro Obiettivo primario: l’individuazione al momento dell’esordio di diabrete Tipo 1 di nuovi marker di malattia (anticorpali, genetici e/o biochimici), fondamentali per prevenzione terziaria e cura.

Obiettivo secondario: identificazione di altri fattori di rischio (marker anticorpali, genetici e/o biochimici) implicati nello sviluppo di T1D in soggetti a rischio (fratelli/sorelle di bambini diabetici), al fine della prevenzione primaria

BioMAGE

STUDIO PILOTA PER L’IDENTIFICAZIONE DI MARCATORI MOLECOLARI INDICATORI DI UN INVECCHIAMENTO IN SALUTE O DI UN INVECCHIAMENTO ACCELERATO

Individui della stessa età cronologica non invecchiano allo stesso ritmo. Per determinare il tasso di invecchiamento individuale, il rischio di malattia e morte e l’impatto di una serie di interventi emergenti sulla longevità, è essenziale tracciare il tasso di invecchiamento sviluppando una serie completa di biomarcatori dell’invecchiamento.

Mentre la maggior parte dei biomarcatori (ad esempio le proteine circolanti) non contiene informazioni sul contesto cellulare e tissutale di origine, tali informazioni sono contenute nelle vescicole extracellulari, sotto forma di marcatori di superficie specifici della cellula di origine e del contenuto di vescicole extracellulari racchiuso nella membrana corrispondente. La determinazione dell’origine cellulare e del contenuto di vescicole extracellulari può fornire informazioni sulla natura, la gravità e la prognosi di un particolare disturbo, nonché informazioni sui meccanismi fisiologici o fisiopatologici alla base del processo. Queste caratteristiche, quindi, rendono le vescicole extracellulari eccellenti biomarcatori sia dell’invecchiamento, sia delle malattie correlate all’invecchiamento.

 

EO2022

VALUTAZIONE DELLE COMPLICANZE EPATICHE E OSTEO-METABOLICHE CORRELATE AL CONSUMO DI FRUTTOSIO IN UNA COORTE DI BAMBINI E ADOLESCENTI SOVRAPPESO E OBESI

PI: Prof.ssa Flavia Prodam

L’obesità in età pediatrica è in costante aumento, l’Italia è uno tra i Paesi europei in cui questo fenomeno è più diffuso. L’alimentazione scorretta è certamente uno dei fattori influenti lo sviluppo di questa patologia.

Le abitudini alimentari di bambine e bambini sono molto distanti da quelle raccomandate per il mantenimento di un buono stato di salute nel corso dell’intera vita. Infatti, un bambino su quattro beve ogni giorno bevande zuccherate e gassate e consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno, inoltre, secondo il report del United States Department of Agricolture il consumo procapite di fruttosio è progressivamente aumentato da 37 g/die a 49 g/die negli ultimi 30 anni.

Il consumo di fruttosio risulta correlato allo sviluppo di patologie secondarie, tra cui un aumento dell’incidenza di fratture e osteoartrosi e una diminuzione della densità minerale ossea e apposizione di nuovo tessuto osseo.

Inoltre, un incremento di fruttosio nella dieta sembra essere responsabile dell’insorgenza di diverse patologie obesità-associate; prima tra tutte la NAFLD che sta aumentando di pari passo all’obesità anche nella popolazione pediatrica.

Obiettivo dello studio è di valutare gli effetti dell’introito di fruttosio in bambini e adolescenti e l’impatto che questo possa avere sullo sviluppo di complicanze epatiche e in relazione ad alterazioni del metabolismo osseo.

Obiettivo secondario sarà quello di caratterizzare la comunità microbica (microbiota intestinale) dei pazienti in relazione alle abitudini alimentari, all’apporto di fruttosio e ai parametri clinici. In ultimo, si andranno a valutare i determinanti sociodemografici e culturali, e le loro differenze tra il Nord ed il Sud Italia, nei bambini e negli adolescenti presi in considerazione nello studio, e nelle loro famiglie. I risultati ottenuti avranno come fine ultimo lo sviluppo di una comunicazione preventiva efficace per promuovere uno stile di vita ed una dieta più sani nella popolazione.

GREAT

CREAZIONE DI UNA BIOBANCA DI ORGANOIDI DERIVATI DA TUMORI PRIMARI PER LA TERAPIA ANTITUMORALE PERSONALIZZATA (GREAT)

Il progetto GREAT si propone di realizzare una biobanca innovativa di organoidi derivati da tumori primari (PDO – Patient-Derived Organoids) e cellule mesenchimali adipose (ADSCs), ottenuti da pazienti affetti da carcinoma del colon-retto, ovarico, endometriale e mammatico.

I campioni raccolti – inclusi tessuti tumorali, tessuti sani, sangue intero, plasma, siero, DNA e RNA – verranno utilizzati per sviluppare modelli tridimensionali in vitro, in grado di mimare la complessità biologica del tumore umano e il suo microambiente.

L’obiettivo è creare una piattaforma preclinica per testare trattamenti oncologici personalizzati e investigare i meccanismi molecolari alla base della progressione tumorale e della resistenza farmacologica. I campioni biologici e i dati raccolti saranno conservati nella biobanca dell’UPO e messi a disposizione della comunità scientifica, per approfondire i meccanismi molecolari del tumore e del suo microambiente.

Il progetto, che coinvolge l’Università del Piemonte Orientale e diverse strutture ospedaliere piemontesi, rappresenta un passo concreto verso la medicina di precisione, favorendo il trasferimento della ricerca dal laboratorio alla pratica clinica.

IN TEMPO

STUDIO ITALIANO CON INTERVENTI MULTIDOMINIO PERSONALIZZATI PER PREVENIRE IL DECLINO FUNZIONALE E COGNITIVO NELLA POPOLAZIONE ANZIANA RESIDENTE IN COMUNITÀ

PI: dott.ssa Fabiola de Marchi

Il progetto In-Tempo AGE-IT nasce con l’obiettivo di comprendere meglio i fattori che influenzano il modo in cui invecchiamo, distinguendo tra un invecchiamento sano e quello associato a malattie neurodegenerative. Per farlo, verranno arruolati partecipanti over 65 anni in diversi centri clinici italiani. Ciascun partecipante sarà seguito nel tempo, con raccolta di dati clinici e valutazioni neuropsicologiche. Questo permetterà di identificare indicatori precoci di malattia e fattori protettivi legati a un invecchiamento di successo. Il progetto ha una forte valenza traslazionale e mira a costruire una banca dati e biologica condivisa, utile a migliorare la diagnosi precoce, a orientare lo sviluppo di trattamenti personalizzati e a favorire strategie di prevenzione. In questo modo, In-Tempo contribuisce a migliorare la salute e la qualità della vita delle persone anziane, e rafforza la collaborazione tra ricerca, sanità pubblica e innovazione a livello nazionale.

KETOMI

EFFETTI DELLA VERY LOW CALORIE KETOGENIC DIET SU MICROBIOTA, TESSUTO ADIPOSO E REGOLAZIONE IMMUNITARIA: STUDIO PILOTA IN PAZIENTI CON SINDROME METABOLICA

PI: prof.ssa Flavia Prodam; Prof. Gianluca Aimaretti

Studio pilota randomizzato controllato. Sarà reclutato un campione di 40 soggetti con obesità, DM2 e NAFLD. Verrà utilizzato un generatore di numeri casuali per randomizzare i pazienti a VLCKD (20 soggetti) o a dieta mediterranea ipocalorica (20 soggetti). Lo studio sarà organizzato in 5 work packages (WPs) e durerà 12 ± 2 settimane, con valutazioni a T0 – T15 giorni – T30 giorni – T60 giorni – Tfinale. Lo scopo di questo studio è valutare gli effetti della VLCKD in pazienti affetti da
obesità, DMT2 e NAFLD sui parametri glico-metabolici e sugli outcome infiammatori correlati, focalizzando l’attenzione sui cambiamenti di funzione e composizione del microbiota umano e su potenziali mediatori tissutali come le microvescicole extracellulari (EVs). La VLCKD è una riconosciuta opzione terapeutica per l’obesità. Inoltre, nell'ultimo decennio è stato ipotizzato e, in parte, dimostrato il potenziale terapeutico della dieta chetogenica in molte condizioni patologiche, tra cui DM2, NAFLD, malattie neurologiche, tumori e malattie cardiovascolari. Questo progetto mira a studiare gli effetti della VLCKD sulle alterazioni metaboliche e sulle patologie indotte dalla dieta occidentale, principalmente DM2 e NAFLD, con focus sul ruolo del microbiota umano. Lo studio, infatti, indaga diversi aspetti inesplorati del DM2 e della NAFLD potenzialmente in grado di rivelare nuovi meccanismi patogenetici coinvolti nello sviluppo di malattia, utilizzando tecniche omiche e nuovi attori come le EVs. Il WP1 fornirà dati sugli effetti sistemici della VLCKD nei pazienti con DM2 e NAFLD rispetto alla classica terapia nutrizionale con dieta mediterranea. In particolare, i dati derivanti dal WP1 permetteranno di determinare se la VLCKD è in grado di modulare la risposta infiammatoria e ormonale migliorando i risultati metabolici nei pazienti affetti da DM2 e NAFLD e aggiungendo così ulteriori dati alle evidenze già esistenti in quest’ambito. I WPs 2-5 esploreranno le modificazioni del microbiota, dei metaboliti e delle EVs indotti dalla VLCKD e la relazione tra i parametri metabolici, infiammatori e clinici. Infatti, si ritiene che il microbiota intestinale abbia un impatto importante sullo sviluppo di obesità/insulino-resistenza/NAFLD in quanto svolge un ruolo cruciale per la risposta immunitaria dell’ospite, nella modulazione dei processi infiammatori, nell’estrazione di fonti energetiche dalla dieta e nella modulazione dell’espressione genica umana. La VLCKD per il calo ponderale rapido, associato a un decremento della glicemia e dell’insulino-resistenza e all’incremento della lipolisi, è quindi un modello interessante per lo studio dell’interazione tessuto adiposo/muscolo/epatocita/sistema
immune/infiammazione. Lo studio del cambiamento ecologico e funzionale del microbiota, indotto da VLCKD, in rapporto all’omica dell’ospite, non può che aggiungere importanti dati fisiopatologici.

KT-UPO-B

KIDNEY TRANSPLANT-UPO BIOBANK – PROGETTO DI CREAZIONE DI UNA BIOBANCA PER LA RICERCA DI BIOMARKERS SU TESSUTO E LIQUIDI BIOLOGICI ASSOCIATI A DISFUNZIONE IMMUNOLOGICA E NON IMMUNOLOGICA DEL GRAFT E A COMPLICANZE INFETTIVE, NEOPLASTICHE, METABOLICHE E CARDIOVASCOLARI DEL PAZIENTE CON TRAPIANTO RENALE

PI: Prof. Vincenzo Cantaluppi

Nonostante i progressi nella gestione del trapianto renale, alcuni processi patologici a carico dell’organo trapiantato (soprattutto il rigetto cronico) e del paziente portatore di trapianto (malattia cardiovascolare, diabete post-trapianto, infezioni, neoplasie) continuano a esercitare un impatto negativo sulla sopravvivenza a lungo termine del graft e del paziente. 

Gli strumenti tradizionali per diagnosticare queste condizioni hanno molti limiti e in alcuni casi richiedono l’esecuzione di manovre invasive come la biopsia renale. Inoltre, l’esame istologico del tessuto renale non è sempre dirimente e risente di un’elevata variabilità tra osservatori.

Innovative strategie diagnostiche basate sulla determinazione di biomarkers potrebbero contribuire a migliorare le strategie di diagnosi, sorveglianza e prevenzione, contribuendo a prevenire ed agevolare la gestione delle complicanze del trapianto renale.

Lo scopo del progetto è di creare un sistema d biobanking di campioni biologici provenienti dall’esame bioptico del rene trapiantato o da diversi fluidi biologici (sangue, urina, saliva) per l’identificazione di biomarkers in grado di predire o diagnosticare precocemente, da un lato, le principali cause di disfunzione dell’organo trapiantato (graft), tra cui il rigetto acuto e cronico, e, dall’altro, le principali complicanze del paziente portatore di trapianto renale, tra cui gli eventi cardiovascolari, il diabete mellito post-trapianto, le infezioni, le neoplasie.

SIDERALE

SUSCETTIBILITÀ ALLE MALATTIE INFETTIVE NELL’OBESITÀ: UNA VALUTAZIONE ENDOCRINA, TRASLAZIONALE, SOCIOLOGICA.

PI: Prof.ssa Annamaria Colao; Prof.ssa Flavia Prodam

Diverse evidenze suggeriscono l’esistenza di una complessa interazione tra obesità, DM2, dieta e microbiota intestinale. Alterazioni del microbiota intestinale, nota come disbiosi intestinale possono alterare il sistema immunitario aumentando il rischio di contrarre infezioni. Il DM2 è strettamente connesso all’obesità per via dell’insulino-resistenza e dell’infiammazione cronica che li caratterizzano. Oltremodo, variazioni del ritmo circadiano sembrano influenzare il microbiota intestinale con un ruolo nella predisposizione allo sviluppo del DM. diversi studi suggeriscono un ruolo della dieta nel rimodulare il ritmo circadiano: la dieta mediterranea (MD) regola la componente nutrizionale, mentre la dieta chetogenica (KD) influenza l’espressione dei geni clock periferici. L’assunzione di melatonina, conosciuta per il suo impatto positivo sulla qualità del sonno è stata suggerita come regolatore dei ritmi circadiani.

L’alterazione del ritmo circadiano è stata osservata nei pazienti obesi, questa insieme ad alterazioni del microbiota intestinale svolgono un ruolo cruciale nella maturazione, nello sviluppo e nelle funzioni del sistema immunitario.

In questo studio pilota si vuole valutare il complesso crosstalk tra il sistema immunitario, la dieta, la cronobiologia ed il microbiota intestinale nei pazienti affetti da obesità e DM2. In particolare tramite l’estrazione e la caratterizzazione delle cellule polimorfonucleate (PBMC).

SIDERALE - Sottostudio unità 4

SUSCETTIBILITÀ ALLE MALATTIE INFETTIVE NELL’OBESITÀ: UNA VALUTAZIONE ENDOCRINA, TRASLAZIONALE, SOCIOLOGICA.

PI: prof.ssa Flavia Prodam

Negli ultimi decenni la prevalenza di obesità di diabete mellito tipo 2 (T2DM) sono aumentati drasticamente, risultando in un’epidemia globale. Secondo l’OMS più di 650 milioni di adulti nel mondo sono obesi, l’incremento di tale patologia è sicuramente dettata dai cambiamenti dello stile di vita ed alimentari delle persone, con particolare riferimento all’aumento della dieta di tipo “Western”. L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio per diverse patologie/comorbidità tra cui il T2DM. Obesità e sovrappeso hanno una prevalenza del 44% nei soggetti con T2DM e si prevede che la prevalenza del T2DM correlato all’obesità raddoppierà entro il 2025. La causa principale dell’obesità è uno sbilanciamento tra introito e dispendio energetico, favorito dallo stile di vita sedentario. Lo sviluppo di T2DM, come introdotto, è frequente nell’obesità ed è secondario a numerosi meccanismi fisiopatologici, tra cui l’insulino-resistenza e l’infiammazione cronica. Recenti studi, comunque, hanno evidenziato come alterazioni del cronotipo e del microbiota in composizione e funzione stanno emergendo come nuovi attori legati allo sviluppo di diabete. Il T2DM si associa, inoltre, a disfunzione immunitaria ed aumentata permeabilità intestinale, con conseguente aumento del rischio di infezioni in questi pazienti. Frequenti sono infatti batteriuria asintomatica, infezioni delle vie urinarie, pielonefrite, parodontite ed infezioni cutanee. È anche riportata un’alta prevalenza di infezioni croniche da citomegalovirus, herpes simplex e virus varicella-zoster. Nonostante tali evidenze, pochi sono gli studi volti ad indagare la relazione tra la “signature” del microbiota, le caratteristiche immuno-metaboliche e le infezioni nel T2DM. Scopo principale dello studio in oggetto sarà quindi dimostrare come il microbiota intestinale e/o orale sia associato allo sviluppo di infezioni in tali soggetti. Decifrare i cambiamenti del microbiota in tale contesto può porre le basi per comprendere come la manipolazione del microbiota possa contribuire alla protezione dalle malattie infettive in soggetti obesi con T2DM.

TED

LA PREVENZIONE DELLE CADUTE NEGLI ANZIANI A DOMICILIO ATTRAVERSO IL SISTEMA DI MONITORAGGIO TED

Le cadute rappresentano una complicanza frequente nei pazienti affetti da malattia di Parkinson. Inoltre, più del 30% delle persone di età pari o superiore a 65 anni sperimenta in media una caduta all’anno.

Con questo studio si vuole esplorare la capacità del braccialetto TED nell’identificare i pazienti affetti da Morbo di Parkinson a rischio di caduta. Si tratta del primo studio sulla popolazione con malattia di Parkinson.

Il braccialetto TED rappresenta un dispositivo tecnologico avanzato in grado di rilevare 200 campioni al secondo riguardante l’accelerazione di gravità sui 3 assi (x, y e z). I dati rilevati vengono inviati al sistema cloud di raccolta, ed elaborati da sistemi di machine learning in grado di estrapolare elementi di conoscenza e apprendimento del device dai dati.

WESTERNAGE

COMBATTERE GLI AGES (ADVANCED GLYCATION END PRODUCTS) DERIVANTI DALLA DIETA OCCIDENTALE CON COMPOSTI NATURALI PER MITIGARE IL DECADIMENTO MUSCOLARE NELLA SARCOBESITÀ: STUDIO OSSERVAZIONALE SULLA RELAZIONE TRA LIVELLI DI AGE E SARCOBESITÀ IN UNA POPOLAZIONE ADULTA AFFETTA DA OBESITÀ E DIABETE MELLITO DI TIPO 2

PI: Prof.ssa Flavia Prodam

Il muscolo scheletrico riveste un ruolo fondamentale per il consumo di metaboliti e dell’assorbimento di glucosio in risposta all’insulina. La compromissione della salute muscolare, in particolare la perdita di massa muscolare (atrofia) e di forza (wasting muscolare, MW), può avere impatti significativi sulla salute metabolica, predisponendo a malattie croniche non trasmissibili (NCD) come l’obesità, il diabete e la sarcopenia. Questa condizione è in aumento a causa della transizione verso una dieta occidentale (WD) ricca di cibi ultra-processati, ricchi di zuccheri, grassi saturi, povera di frutta e verdura, contribuendo all’incremento delle NCD globali e favorendo resistenza insulinica, infiammazione e stress ossidativo. Un esempio di questa tendenza è rappresentato dalla crescente diagnosi di sarcobesità, caratterizzata dalla diminuzione della massa muscolare e dall’aumento della massa grassa, associata a problemi di mobilità e malattie croniche, come il diabete di tipo 2. I meccanismi alla base dell’inizio e della progressione della sarcobesità sono ancora poco chiari. Tra i mediatori molecolari, gli Advanced Glycation End Products (AGEs), presenti nei cibi consumati seguendo la WD, emergono come possibili attori nell’inizio e nella promozione della disfunzione metabolica e delle NCD in generale. Lo scopo di questo studio è esplorare se un elevato livello di AGE derivati dalla dieta possa essere un mediatore nella perdita muscolare legata alla dieta occidentale, influenzando l’inizio e la progressione della sarcobesità e predisponendo a conseguenze metaboliche più precoci e gravi, inclusa l’insorgenza del diabete di tipo 2. In particolare, verranno valutati i livelli di AGEs circolanti sulla pelle e correlati allo stadio di sarcopenia in un gruppo di pazienti con obesità e diagnosi di T2D. Inoltre, si analizzerà la correlazione tra i livelli di AGEs e la durata della malattia. Un obiettivo secondario sarà l’analisi dei dati clinici per identificare metaboliti e pathway metabolici responsabili del fenotipo indotto dalla WD, al fine di individuare possibili bersagli terapeutici per potenziare la capacità di trattare la sarcobesità e le malattie croniche associate all’adipe. Lo studio avrà una durata di 19 mesi dall’arruolamento con misurazioni prese durante l’arruolamento stesso e successivamente dopo 6 e 12 mesi da quest’ultimo.

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STUDI CONCLUSI

OPTION

COORTE PROSPETTICA DI PAZIENTI AFFETTI DA IPERTENSIONE POLMONARE: STUDIO DI MARCATORI DIAGNOSTICI E PROGNOSTICI

PI: Prof. Mattia Bellan

Negli ultimi anni, si è scoperto che le cellule possono comunicare tra loro mediante il rilascio di microvescicole (MVs). Sembra inoltre che le MVs possano avere un ruolo importante nella patogenesi di vasculopatie, modulando la comunicazione cellula-cellula e possano svolgere un ruolo di biomarcatori nell’ipertensione polmonare

L’obiettivo primario di questo studio è valutare il possibile ruolo delle microvescicole nella patogenesi e nella diagnosi di IAP associata a malattie del connettivo.

Gli obiettivi secondari saranno invece la creazione di una coorte prospettica di pazienti affetti da IAP e da SSc, con e senza IAP, per l’identificazione di eventuali ulteriori marcatori biologici di coinvolgimento vascolare polmonare in corso di SSc e l’isolamento di microvescicole ottenute da pazienti con IAP associata a SSc, finalizzato all’utilizzo per test da stimolo in vitro su cellule endoteliali e cellule muscolari lisce (VSMC)

Lo studio avrà una durata di 5 anni caratterizzato da periodici follow-up per seguire nel tempo l’evoluzione della patologia e la caratterizzazione di biomarcatori come descritto in precedenza.

Questo tipo di studi si è in grado, ad oggi, di garantire ai partecipanti benefici diretti, ma le informazioni che verranno raccolte potrebbero essere utili per migliorare il grado di conoscenza riguardante l’ipertensione polmonare e l’identificazione e lo sviluppo di possibili biomarcatori

ema-NTA

PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA IMMUNOLOGICA PER VALUTARE L’EFFICACIA E LA DURATA DELL’IMMUNITÀ POST-INFEZIONE DA SARS-COV-2 IN UNA COORTE DI PAZIENTI EMATOLOGICI

Nonostante la scarsa letteratura, è stato osservato che i pazienti ematologici sviluppano infezioni spesso persistenti causate dal SARS-CoV-2, con l’induzione di una risposta umorale variabile, spesso ritardata o ridotta rispetto alla popolazione generale. Questa evidenza potrebbe spiegare il motivo per cui alcuni gruppi di popolazione, come i pazienti ematologici, presentano un aumento della morbilità e della mortalità in seguito all’infezione da SARS-CoV-2.

Questo progetto di ricerca si propone di analizzare la risposta immunitaria umorale nei pazienti ematologici infettati dal SARS-CoV-2 che hanno avuto e superato la malattia Covid-19. I sieri dei pazienti sono stati analizzati con test ELISA indiretti commerciali al fine di rilevare la presenza di anticorpi, sottoclasse IgG, che riconoscono la glicoproteina di superficie del SARS-CoV-2. Successivamente, i sieri positivi sono stati analizzati con un test innovativo sviluppato dal Laboratorio di Virologia Molecolare (UPO): il test di neutralizzazione del SARS-CoV-2 (NTA).

L’obiettivo di questo studio è stato quello di identificare potenziali differenze in termini di capacità neutralizzante sia tra le diverse patologie ematologiche sia tra le terapie effettuate, al fine di comprendere la risposta immunitaria in questa popolazione.

No-More-COVID-19

DIAGNOSI PRECOCE DELLE COMORBIDITÀ E CONFERMA DELLA REALE IMMUNIZZAZIONE IN PAZIENTI CON COVID-19

Con questo studio ci siamo proposti di valutare se le sequele respiratorie, radiologiche, motorie e psicologiche possano persistere dopo 1 anno dalla dimissione ospedaliera per infezione da Sars-Cov-2.
I dati sono stati raccolti da una coorte prospettica di sopravvissuti alla polmonite da Covid-19; tutti i pazienti sono stati sottoposti a: valutazione clinica, tomografia computerizzata del torace, test di funzionalità polmonare, valutazione della funzionalità motoria, valutazione psichiatrica, prelievo di sangue.

Endpoint dello studio:

  1. Valutazione della mortalità e della morbilità a un anno dalla polmonite da Covid-19
  2. Valutazione della percentuale di pazienti con compromissione persistente della funzione polmonare; identificazione dei predittori di compromissione a lungo termine
  3. Valutazione della percentuale di pazienti con compromissione persistente della funzione motoria; identificazione dei predittori di compromissione a lungo termine
  4. Valutazione della percentuale di pazienti con compromissione psicologica persistente; identificazione dei predittori di compromissione a lungo termine
DM-Prevent

NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO BASATO SUL MICROBIOTA INTESTINALE PER LA PREVENZIONE DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2

La prevalenza del Diabete di tipo 2 è in costante aumento. Con questo studio ci siamo proposti di valutare l’effetto dei probiotici contenenti Intestinimonas butyriciproducens negli adulti con prediabete. Lo scopo è determinare l’efficacia di una dose del prodotto probiotico (Intestinimonas) sulla sensibilità all’insulina in un gruppo target di individui prediabetici. In particolare, si è valutato se le dosi di probiotico selezionate sono in grado di migliorare la sensibilità all’insulina, la risposta al test di tolleranza orale al glucosio (OGTT) e se sono in grado di modulare la composizione del microbiota dei soggetti in analisi.

UPO-COVID-19

L’eccezionalità della pandemia COVID-19 ha visto drammaticamente in prima linea l’Italia e in particolare il Piemonte. 

È prioritario strutturare una coordinata ed estesa azione di biobancaggio, affinché nei prossimi mesi sia globale la possibilità di ricerca per dare una concreta risposta di salute a tutti i cittadini, con un modello di raccolta, preparazione, conservazione e distribuzione dei campioni/dati che si riferisca ad un modello condiviso e che possa divenire un modello di riferimento.

Proprio per cogliere ancora in tempo queste fasi dell’epidemia, nelle more del completamento finale delle pratiche di costituzione della Biobanca, che prevedono la stipula di una convenzione tra UPOBiobank e AOU Maggiore della Carità di Novara ed altre Aziende Sanitarie piemontesi, si richiede al malato (sospetto o certo) COVID-19 la donazione di un campione di sangue, da biobancare presso la Biobanca dell’Università del Piemonte Orientale. Gli obiettivi sono lo studio della risposta immunitaria al virus Sars-Cov-2, che ha causato l’epidemia COVID-19; lo sviluppo di conoscenza scientifica utile a produrre nuovi sistemi di diagnosi precisi e veloci, vaccini e farmaci antivirali efficaci, affinché nei prossimi mesi sia tempestiva la risposta di salute per tutti; infine lo svolgimento di ricerche future legate al COVID-19 e malattie correlate, anche nell’ambito epidemiologico e della medicina preventiva.

UnIRSAV Cohort Study

STUDIARE LA RISPOSTA IMMUNITARIA ALL’INFEZIONE DA SARS-CoV-2. LO STUDIO DI COORTE UnIRSa

L’emergenza pandemica causata da SARS-CoV-2 ha reso necessaria l’acquisizione di conoscenze finalizzate all’attuazione di misure per contrastare la diffusione dell’infezione, nonché al trattamento e alla prevenzione della malattia. Si è reso necessario lo sviluppo di dati e strumenti per comprendere e monitorare la sua diffusione e le risposte immunitarie ad essa.

Più specificamente, gli obiettivi del progetto sono stati:

  • Valutare la risposta immunitaria al SARS-CoV-2 in pazienti guariti dalla COVID-19 con diversi decorsi della malattia e a diversi tempi dalla guarigione.
  • Valutare la risposta immunitaria a specifici epitopi della SARS-CoV-2 e determinare l’efficacia di specifici anticorpi anti-SARS-CoV-2 come agenti neutralizzanti.

 

ddPCR OnCOVID

STUDIO COMPARATIVO DI TECNICHE DI RILEVAZIONE MOLECOLARE DI SARS-COV2 SU DIVERSI CAMPIONI BIOLOGICI IN UNA COORTE DI PAZIENTI SOTTOPOSTI A TERAPIA ANTITUMORALE

È stato dimostrato che l’infezione da virus respiratori è particolarmente preoccupante nei pazienti oncologici a causa del prolungato shedding virale e del maggior rischio di complicazioni. La determinazione della carica virale e della cinetica anticorpale in questi soggetti è necessaria per proteggere questa popolazione altamente fragile. Pertanto, la necessità di sviluppare nuove tecnologie si pone come un’importante esigenza clinica.

In questo progetto, al fine di consentire una rapida presa in carico e una corretta gestione dei pazienti onco-ematologici infetti da SARS-CoV-2, sono state usate tecniche molecolari innovative sviluppate dal Laboratorio di Virologia Molecolare dell’Università del Piemonte Orientale come segue:

  • Droplet digital PCR (ddPCR) per rilevare la carica virale della SARS-CoV-2. Questa tecnologia consente una quantificazione assoluta, precisa e ultrasensibile degli acidi nucleici
  • Test di neutralizzazione (NTA) per individuare gli anticorpi neutralizzanti, un piccolo sottoinsieme degli anticorpi che legano un virus e che sono in grado di bloccare l’infezione
AOU-ddPCR

USO DELLA DDPCR (DROPLET DIGITAL PCR) SU SALIVA PER LA SORVEGLIANZA VIROLOGICA DELL’INFEZIONE DA SARCS-COV-2 NEL PERSONALE SANITARIO AOU “MAGGIORE DELLA CARITÀ”

L’obiettivo di questo studio è determinare con la tecnica ddPCR l’andamento della carica virale rilevata nella saliva fino alla negativizzazione dell’infezione da SARS-CoV-2, in operatori sanitari risultati positivi al tampone nasofaringeo.

I risultati ottenuti dal confronto dei tempi di negativizzazione del tampone nasofaringeo eseguito in RT-qPCR e della saliva in ddPCR potranno essere utili all’elaborazione di una futura strategia di sorveglianza sanitaria, che permetta di migliorare il management del personale sanitario infettato con SARS-CoV-2 e potenzialmente ridurne i tempi di isolamento.

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