Gli organoidi sono piccole strutture tridimensionali coltivate in laboratorio a partire da cellule umane, che assomigliano a veri organi in miniatura. Questi “mini-organi” sono in grado di riprodurre molte delle caratteristiche, delle funzioni e dell’architettura dei tessuti reali, permettendo agli scienziati di studiare in modo molto più realistico come funzionano gli organi nel corpo.

Gli organoidi sono utilizzati per molteplici applicazioni: possono aiutare a capire meglio lo sviluppo delle malattie, come il cancro o le malattie genetiche; sono fondamentali per testare nuovi farmaci in modo più sicuro ed efficace, riducendo la necessità di sperimentazioni sugli animali; e permettono di personalizzare le terapie, studiando la risposta specifica di un paziente ai trattamenti. Inoltre, gli organoidi aprono nuove strade nella medicina rigenerativa, offrendo la possibilità di sviluppare tessuti o organi da impiantare nei pazienti. Grazie a queste potenzialità, gli organoidi rappresentano uno strumento rivoluzionario nella ricerca biomedica e nella cura delle malattie.

In foto: organoidi di carcinoma dell’endometrio (a sinistra) e colorettale (a destra) cresciuti in laboratorio e visti al microscopio. Al centro, immunofluorescenza di carcinoma colorettale, l’immunofluorescenza è una tecnica che “illumina” specifiche molecole del tumore per studiarne la struttura.