Lo studio dell’invecchiamento umano è una delle sfide più importanti per la medicina del domani.
In questo contesto si inserisce il Novara Cohort Study (NCS), uno studio longitudinale, avviato all’università del Piemonte orientale con il supporto di UPO Biobank, che mira a raccogliere informazioni sulla salute di 10.000 cittadini.
I primi risultati sono stati pubblicati sulla rivista del circuito Nature, Scientific Reports.
Nella fase pilota, 123 cittadini tra i 35 e i 90 anni, residenti nel territorio novarese, hanno partecipato volontariamente a un percorso di valutazione della salute dettagliato. Ogni partecipante ha fornito campioni di sangue, saliva ed urine, è stato sottoposto a test fisici e cognitivi, inoltre ha risposto a questionari riguardanti lo stile di vita, il sonno, la dieta, il livello di attività fisica e la propria percezione di benessere.
I ricercatori hanno osservato un’ampia variabilità tra individui anche della stessa fascia d’età, rilevando in alcuni casi alterazioni precoci di parametri biologici, come colesterolo, funzionalità renale e infiammazione, anche in assenza di malattie conclamate. Inoltre, sono emerse differenze significative tra uomini e donne e tra diverse fasce d’età, sottolineando l’importanza di considerare l’invecchiamento come un processo individuale e non uniforme.
Questi primi risultati dimostrano che è possibile raccogliere dati di alta qualità in una coorte reale di popolazione e pongono le basi per studi futuri volti a comprendere meglio i meccanismi dell’invecchiamento.
L’obiettivo del progetto, infatti, è costruire una grande banca dati e biologica che permetta, nel tempo, di sviluppare strategie di prevenzione personalizzate, con l’ambizione di promuovere un invecchiamento più sano, attivo e consapevole.